PMI: I REQUISITI PER UN RICAMBIO GENERAZIONALE OTTIMALE

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Le regole del ricambio generazionale

 

La conduzione famigliare è il fattore più importante che accomuna quasi la totalità delle PMI Italiane piccole o grandi. Questa concezione (per altro vera) induce purtroppo molti imprenditori a sentirsi speciali, diversi, allontanandoli da quelli che sono i temi del ricambio generazionale. E’ vero, ogni caso rappresenta un mondo a sé, ma tutti si possono riconoscere in qualche modo nelle linee guida generiche, vediamole insieme.

Prima di tutto sappiamo cosa significhi esattamente ricambio generazionale? Sulle basi della mia conoscenza, posso tradurla con questa espressione: esiste un processo, che può durare diversi anni e con caratteristiche distinte, che possiede all’interno delle attività che formano il ricambio generazionale. Le tre basi, sulle quali si sviluppa sono le seguenti:

  • I figli devono essere ancora in giovane età quando inizia il processo
  • Genitori e figli devono coordinare e “governare” per un periodo di tempo insieme
  • Quando la nuova generazione assume il controllo dell’azienda termina il processo.

 

Il successo, a quali condizioni?

 

Per ottenere delle concrete opportunità di successo, si devono creare delle condizioni:

 

  • Condizione di separazione
  • Condizione di valutazione
  • Condizione di preparazione
  • Condizione di pianificazione
  • Condizione di coinvolgimento

La separazione

Il patrimonio famigliare deve essere tenuto tassativamente separato da quello aziendale, questo è indispensabile per proteggerlo dalle aggressioni esterne. Abbiamo degli approcci diversi in merito:

  1. Esistono famiglie imprenditoriali che focalizzano la propria azienda come parte integrante della famiglia, con una spiccata avversione all’ingresso di capitali esterni di eventuali soci, non sono nemmeno predisposti ad utilizzare strumenti ad hoc quali Polizze, Trust e Holding.
  2. Esistono invece, anche se in minoranza, delle famiglie che distinguono la loro impresa da quello che è l’ambito famigliare e sono dunque disponibili ad accettare l’ingresso di nuovi soci, capitali esterni, manager e all’utilizzo di strumenti necessari come Polizze, Trust e Holding.

L’imprenditore deve aprirsi emotivamente e non solo fisicamente, diventare disponibile a tutte le possibilità che possono presentarsi per riuscire ad ottenere migliori risultati per l’impresa portando così coesione maggiore nella famiglia. Se contrariamente, si prenderà la strada della chiusura in se stessi, sarà inevitabile primo o poi arrivare ad un conflitto generazionale.

 

Valutazione, prontezza, pianificazione e coinvolgimento

 

La Valutazione

Purtroppo per via genetica non si trasmettono ne le capacità manageriali ne l’attitudine alla leadership, dunque sarà lungo e doloroso percorrere la strada che riesca a trasmettere un sistema valoriale dando più peso alla competenza piuttosto che all’appartenenza. Negli anni si dovrà dunque tenere monitorata la situazione con valutazioni costanti riguardo l’operato del figlio che un giorno prenderà il comando aziendale, dovranno essere le più oggettive e rigorose possibili, in modo da preparare un piano “b” applicando strategie alternative nel caso in cui non dovessero emergere determinate doti.

 

La prontezza

Per far fronte anche all’evento più avverso, bisogna farsi trovare pronti e preparati:

  • Avere un patrimonio al di fuori dell’azienda che serva per liquidare eventuali soci o familiari che desiderino lasciare l’impresa (o non graditi).
  • In caso di successione o scomparsa improvvisa del capofamiglia per ridurre gli oneri fiscali bisognerebbe frazionare il patrimonio tra familiari.
  • Per definire con chiarezza la gestione operativa e i ruoli dei componenti della famiglia, utilizzare quanto prima tutti quegli strumenti senza remore, che aiuterebbero la creazione ad esempio di una Holding.
  • Distribuire le quote in maniera preventiva in modo da non incorrere in blocchi decisionali.

 

La pianificazione

Invece di ragionare per obiettivi, l’atteggiamento da utilizzare  in questo percorso, è quella di dare privilegio ad una prospettiva di processo, mi spiego meglio. Bisognerebbe avere in mente la visione futura dell’azienda che ovviamente si baserà sulle informazioni disponibili attuali, adattandole però alle numerose fasi di successione. L’attenzione si dovrà concentrare non più sugli equilibri familiari ma piuttosto sulla competitività aziendale.

 

 Il coinvolgimento

L’ ultimo passo, ma non per grado di importanza, del processo sul ricambio generazionale è il coinvolgimento di tutte le persone esterne alla famiglia ma che la loro presenza è oggettivamente fondamentale: il commercialista, l’avvocato, il consulente finanziario, il notaio che vi aiuteranno con la loro presenza a:

  • Rispondere alle vostre domande, ai vostri dubbi, alle vostre (normali) carenze sul loro tema specializzato
  • Eviteranno che l’impulsività, la poca conoscenza della materia e l’ipersensibilità verso un tema così delicato, potranno avere il sopravvento su voi stessi riducendo e gestendo la vostra emotività con razionali valutazioni oggettive, attraverso tecniche specializzate e mirate.

 

Saranno dei professionisti che dovranno godere della vostra massima fiducia e quella dei vostri eredi in tema di ricambio generazionale. Ascolteranno le vostre idee, le vostre proposte e quelle di tutta la famiglia, ma voi dovrete essere sempre aperti verso soluzioni prospettate dai professionisti.

 

 

Per concludere

Un processo così importante non può essere dettato dall’urgenza del momento, un ricambio generazionale va programmato e definito dedicandogli le tempistiche necessarie. Creare le condizioni necessarie organizzandosi quando ancora si è ancora relativamente giovani e avendo di fronte anni di attività permetterà di preparare al meglio questo processo.

 

E tu, hai già pianificato il ricambio generazionale nella tua azienda?

 

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