Tra risparmio e conoscenza

Il problema che accomuna tutti i risparmiatori è uno: come fare rendere i risparmi? I mercati finanziari spesso vengono guardati con sospetto, tanto che spesso, gran parte di essi preferisce restarne fuori. Grazie alle “fregature subite” non si fidano del sistema finanziario, come dar loro torto? Esiste un “però” da non sottovalutare: i risparmiatori italiani non conoscono gli elementi di natura finanziaria riferiti agli investimenti, vengono quasi ignorati del tutto, ed è risaputo che ciò che non si conosce crea inquietudine e sospetto. La Consob negli ultimi mesi ha indagato sull’argomento, riscontrando informazioni interessanti in merito.

Gli approfondimenti della Consob

Paradossalmente, i risparmiatori, benchè interessati ai risultati, non si preoccupano di capire gli elementi tecnici e di mercato che ruotano attorno a questi che li generano e li influenzano: il 30% degli investitori ignora anche quei prodotti finanziari noti al pubblico, come le azioni le obbligazioni lo stesso conto corrente, ma anche i fondi comuni e i Bitcoin. Questi sono i risultati di un’ indagine condotta dalla Consob. Ma c’è di più. Il 50% degli investitori presi a campione, associa al concetto di rischio il mercato azionario mentre sarebbe qui corretto associare a questo concetto la volatilità. Ciò per dire che anche uno strumento obbligazionario potrebbe essere rischioso.

 Possiamo affermare che investire i nostri risparmi nei titoli di stato del Venezuela o dell’Argentina (quindi nel mercato obbligazionario) è più rischioso rispetto ad un investimento in un fondo comune azionario globale? Probabilmente si.

Quali sono allora le scelte di investimento?

Per il 30% dei risparmiatori la scelta migliore di investimento è ancora il Titolo di Stato, per il 20% di essi sono i  fondi comuni e per il restante 50%? Ebbene sì loro tengono parcheggiati i loro risparmi sul conto corrente. Se però ti dovesse capitare di domandare alla persona interessata il perché di questa ultima scelta, ti sentiresti rispondere che dipende dalla scarsa se non inesistente disponibilità di risorse. Se ascoltiamo attentamente queste parole, dovremmo riuscire a rassicurare e convincere l’investitore che non è necessario disporre di grosse somme, sarebbe sufficiente sfruttare i piani di accumulo che tecnicamente sono molto efficienti, piuttosto che seppellirli sui conti correnti in maniera del tutto non produttiva.

Come si articolano i  portafogli di chi investe?

Circa il 50% dei risparmiatori che hanno deciso di investire i propri risparmi,  investe in Certificati di Deposito o Buoni Postali; in Fondi Comuni il 30%, in Titoli di Stato il 20%, in Azioni il 17% circa ed infine il 15% in Obbligazioni bancarie. Quasi sconosciuti sembrano ancora gli investimenti sostenibili (ESG) infatti solo il 5% degli italiani lo utilizza come strumento di investimento. Fortunatamente, grazie alla sensibilizzazione delle problematiche socio-ambientali, questo dato  è in aumento: anche in questo caso, non è un elemento finanziario il riferimento per investire, ma un fattore ecologico, dunque extra-finanziario. Innegabile resta il fatto che una maggiore consapevolezza crea un migliore investitore.

Arrivederci con il prossimo articolo