LE GUERRE E GLI EFFETTI SULL'INDICE DOWN JONES

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Analisi storica delle guerre e degli effetti in finanza

 

L’argomento che tratterò in questo articolo è sicuramente delicato e non è sicuramente uno dei più bei temi che ho trattato: parlerò di guerre e degli effetti che hanno avuto sull’indice americano Down Jones storicamente. Questo mio articolo è nato dalla riflessione di una lettura di un blog che arriva direttamente dagli Stati Uniti, curato dal famoso consulente finanziario Joshua Brown.

Dopo l’uccisone del generale iraniano Soleimani per mano degli stati Uniti, le tensioni improvvise in Medioriente, hanno creato una grande incertezza sui mercati finanziari. Potrebbe essere utile, in queste due righe, fare un’analisi storica dei conflitti principali mondiali accaduti nell’ultimo secolo, sottolineando il relativo andamento del Down Jones.

 

Le grandi guerre

 

La 1° Guerra Mondiale

Nel 1914 iniziò la prima guerra mondiale e dopo solo 6 mesi l’indice Dow Jones perse il 30% del suo valore. Nel 1915 riguadagnò l’88%. Dal 1914 al 1918, anno in cui finì la prima grande Guerra, l’indice aumenterà più del 43%, portando con sé un guadagno medio annuo dell’8,7%.

La 2° Guerra Mondiale

Nel 1939 l’invasione di Hitler, causò l’inizio della seconda Guerra Mondiale, era il primo settembre. Il 5, alla riapertura dei mercati, l’indice perse il 10%. Si può dire che le cose andarono verosimilmente come nella prima guerra mondiale, infatti il Dow Jones dall’inizio ( 1939) alla fine ( 1945) ebbe un incremento del 45% ottenendo una media annua del +7%.

Guerra Corea

Nell’estate del 1950 iniziò, da parte della Corea del Nord, l’invasione della Corea del Sud, concludendosi nel 1953. L’indice salì circa del 60%.

 

Le altre guerre e crisi

 

Guerra in Vietnam

La Guerra del Sud e del Nord in Vietnam fu definita come la guerra che oppone resistenza agli Stati Uniti che, nel 1965 intervenirono con le forze militari aiutando il governo del Vietnam del Sud. Il Dow Jones guadagnò il 43% dal 1965 al 1973 ( anno in cui gli americani furono mandati via dal Vietnam).

Cuba: crisi dei missili

1962: confronto tra unione Sovietica e Stati Uniti per il tentativo di installare missili sovietici a Cuba. Fortunatamente solo per 12 giorni durò la crisi, terminando il 28 ottobre del ’62. Il Dow Jones perse circa l’1% ma durante l’anno arrivò a guadagnare più del 10%.

Torri gemelle: 11 settembre 2002

Il mercato perse circa il 15% nelle 2 settimane che seguirono l’attacco, facendo entrare tutti in un clima di paura e incertezza. Passarono un paio di mesi, e vennero recuperate tutte le perdite.

Gli Usa invadono l’Iracq

Nel marzo del 2003 gli Usa invasero l’Iracq e nonostante questa situazione di paura e incertezza il Dow Jones guadagnò fino alla fine dell’anno più del 30%.

 

Cosa possiamo dedurre da questa analisi?

 

Questi dati ci aiutano a comprendere che le reazioni dei mercati ai conflitti geopolitici, alle crisi, non sono scontate. Non è dunque scontato capire come gli investitori reagiranno a questi tipi di eventi. Il futuro, tra la situazione di instabilità che abbiamo ora tra Usa e Iran, è difficile da prevedere. Soprattutto perché non sempre i mercati reagiscono in modo negativo a questi eventi. Ma cosa può fare in questi casi un investitore?

Qui torniamo a parlare della fondamentale importanza di costruire in maniera strategica i nostri portafogli di investimento a lungo termine, dove devono essere previsti anche strumenti di difesa come Franco Svizzero, oro, dollaro Usa, Yen giapponese, oltre ai tradizionali investimenti. Ma questi strumenti paracadute devono essere presenti per un massimo del 20% di tutto il portafoglio. Spero di aver portato a vostra conoscenza, informazioni utili per farvi continuare a seguire l’andamento dei mercati in funzione ai conflitti mondiali, con un po’ più di consapevolezza. A presto con il prossimo articolo

 

A presto con il prossimo articolo.

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