ITALEXIT E SPREAD, UN ANNO DOPO LE ELEZIONI POLITICHE

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Cosa ha fatto salire lo Spread?

 

Non si tratta del debito pubblico che abbiamo dimostrato di sostenere in maniera egregia negli anni, non si tratta nemmeno dell’incertezza politica né del deficit al 2 virgola. L’elemento che terrorizza l’Italia e i mercati finanziari ha un solo nome “Italexit”. I mercati hanno sofferto nell’ultimo anno soprattutto per questa paura. Il motivo è semplice: chi investe,  prestando euro all’ Italia comprando i suoi Titoli di Stato, vuole vedersi restituire non in lire svalutate i propri soldi ma in euro. E’ da qui che dobbiamo partire per analizzare un anno di mercati altalenanti, a un anno dalle elezioni che hanno cambiato l’Italia. L’Italexit è stato smentito ed evocato più volte e nominato infinite.

 

 

ITALEXIT E SPREAD, UN ANNO DOPO LE ELEZIONI POLITICHE: Immagine 1

 

 

Grafici e numeri, non si scappa

 

Lo Spread, dalle elezioni del 4 marzo, non si è mai mosso tra BTp e Bund, quando era già chiaro che in assenza di maggioranza politica 5 Stelle e Lega avrebbero dominato la scena. E’ rimasto calmo e stabile lo Spread anche quando, per scrivere un contratto di Governo, si sono seduti ad un tavolo 5 Stelle e Lega. Questo fa dedurre che a spaventare gli investitori non sia il populismo e sovranismo. Era fermo a 129 punti base il 15 maggio 2018. Da quella sera però possiamo dire che cambiò tutto: una bozza del Contratto del Governo ( poi smentita) viene pubblicata dove si evince, tra le innumerevoli voci, l’opzione di uscita dall’euro e in maniera diretta la richiesta di cancellare duecentocinquanta miliardi di debito italiano nelle mani della Bce. Diventa tangibile il rischio Italexit e per il mercato è un punto di svolta. Tangibile ma non concreto. Lo Spread Btp-Bund passa da 129 a 148 punti base il giorno successivo, il 16maggio. Arrivano subito le smentite che calmano gli animi.

 

Tensioni con Savona

 

Risale la tensione quando nei giorni successivi Conte, incaricato di formare il Governo, pensa al nome di Savona Paolo come potenziale ministro dell’Economia. Nessuno ha da eccepire sulla sua professionalità, ma l’elemento che anima i mercati è quello del famoso “Piano B” che ritroviamo accanto al suo nome sul web: l’uscita dall’Euro per l’Italia. Così, indigesto al mercato, Savona non è ben visto nemmeno dagli Italiani perché la situazione sembra voler confermare la sua volontà di abbandonare la moneta unica. A confermare ciò, il presidente della repubblica Mattarella, blocca la nascita del Governo Conte: Savona è stato identificato come sostenitore di una linea che potrebbe portare l’Italia dall’uscita dell’Euro. Se anche il capo del Governo prende in considerazione questo rischio allora tuti pensano possa essere un ipotesi più concreta del previsto. Mentre l’incarico lo prendeva Cottarella, nei giorni successivi lo Spread tra Bund e BTp, impazzisce arrivando a toccare i 350 punti base, anche se poi chiude molto più basso. Secondo i calcoli di una società specializzata in derivati, i mercati finanziari in quei giorni prezzano al 26% il rischio Italexit.

 

Clima di alti e bassi del 2018

 

Speculazione e panico imperversano. Vendono e riducono l’esposizione sull’Italia gli investitori internazionali facendo “sguazzare” in questa situazione  gli speculatori. Il clima si tranquillizza, lo spread scende e sale, nella sua normalità. La tranquillità delle parole del Ministro Tria rassicurano non solo per il bilancio pubblico ma soprattutto perché l’impressione è quella di voler seguire le regole Europee. Fino al 27 di settembre quando viene annunciato il 2,4% come deficit previsto per il 2019. Percentuale in contrasto con gli accordi presi con Bruxelles e il vecchio governo. Il problema che si ripresenta è sempre uguale: violando gli accordi presi con Bruxelles, agli investitori da la sensazione di trovare un pretesto per uscire dall’euro. Il Governo ripetutamente smentisce questa ipotesi. Ma lo spread sale e l’Italia prezza  un Italexit. Sale e sale di nuovo per tutti quei mesi in cui Bruxelles e Roma trattano per la manovra. Il clima si calma solo quando il 18 dicembre si firma l’accordo.

 
I segni di un intero anno

 

I segni rimangono, restano, ancora oggi lo Spread  è ancora alto anche se lontano fortunatamente dalle vette dei mesi scorsi. Tutto questo perché siamo in recessione. E’ alto anche dopo le elezioni europee di maggio. Ma l’Italexit dovrebbe essere scongiurata e dunque rimane ben al di sotto dei valori dei mesi che ci hanno preceduto. Nonostante questo i segni e le ferite di questa fragile economia sono ben evidenti. Per fare del male all’Italia lo Spread ha trovato mille modi e le banche sono un canale di contagio molto importante. L’economia reale deraglia anche attraverso le banche grazie alla finanza impazzita.

A presto con il prossimo aggiornamento.

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