INFLAZIONE E TASSI NEGATIVI

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Paradosso o realtà?

 

In Danimarca le banche stanno programmando di offrire ai propri clienti dei mutui a tasso negativo per l’acquisto di una casa. Sarebbe a dire:” ti compri la casa dei tuoi sogni con un milione di euro che ti do io ( banca) e me ne restituisci 995 mila piano piano. Paradosso o realtà? La causa dobbiamo cercarla nell’attuale impasse della politica monetaria mondiale ed europea, aumentata grazie alle recenti dichiarazioni, agosto 2019, del governatore della banca di Finlandia Rhen Olli, in merito alla volontà della Banca centrale europea di riportare a galla la “macchina da guerra” del QE, Quantitative Easing. Ma si parla anche di LTRO, Long Term refinancing operation, continuando a scavare il buco dei tassi di deposito negativi sulle eccedenze di liquidità delle banche, che probabilmente saranno costrette a trasportare questa penalizzazione sui depositanti in conto corrente. Ed è in questo modo che il rendimento dei titoli europei più sicuri ( da tempo in negativo buona parte) affonda sotto la linea dello zero%. Ciò vuol dire che ad esempio la Germania potrebbe lanciare un asta di Bund a 30 anni a cedola 0 e contemporaneamente gli Usa e altri paesi sono sempre di più improntati ad emettere titoli di Stato a scadenza lunghissima ( come già fatto dall’Austria fino a 100 anni) a rendimenti stracciati.

 

 

INFLAZIONE E TASSI NEGATIVI

 

Punto della situazione

 

Se consideriamo che per gli Stati, soprattutto quelli indebitati come il nostro, il contesto surreale di politica monetaria in cui viviamo permette di ridurre in maniera drastica il costo del debito, la situazione per gli intermediari di banche tradizionali e i risparmiatori si ribalta completamente ( ossia quelli con un business focalizzato sull’intermediazione creditizia, raccolgo e presto denaro in sostanza). Infatti, questi ultimi, dovranno decidere di spostare i tassi negativi sui depositanti, altrimenti rischierebbe di diventare negativo il loro margine di interesse: se sul conto corrente pago lo zero% ed erogo mutui a tassi negativi ci sto chiaramente perdendo e l’applicazione di commissioni o altri costi potrebbe non bastare a coprire il gap. La situazione è più assurda per i risparmiatori: nella figura 1 vediamo che la curva che rappresenta i rendimenti ci dice che il mercato prevede uno stallo pluriennale, a questo punto continuando per paradossi, è facile capire che qualsiasi tipo di investimento che nei prossimi trent’anni rendesse lo 0% sarebbe da considerarsi molto appetibile, “se rende lo zero rende tanto!”.

 

Conclusioni

 

Lasciando semplicemente i soldi sul conto al tasso dello zero%, ottenendo un prestito a tassi negativi, mi ritroverei alla fine con più soldi di prima (non vengono qui considerati i costi di gestione del conto). Ma purtroppo come molto spesso dimenticato, l’unica variabile che incide sulla crescita della ricchezza reale di un individuo non è solo il valore nominale: l’inflazione altera in maniera significativa il potere di acquisto del denaro nel tempo, cogliendo di sorpresa gli investitori poco attenti a questo fondamentale fattore. La prima cosa da considerare per investire denaro nel corso del tempo e possibilmente accrescerlo, è il rischio inflazione. Altre piccole accortezze di fondamentale importanza restano comunque:

 

  • Ridurre la liquidità allo stretto necessario

  • Ove possibile, allungare il proprio orizzonte di investimento

  • Privilegiare investimenti che nel medio lungo termine coprono l’inflazione

  • Indebitarsi se ritenuto appropriato

  • Sfruttare maggiormente la volatilità dei mercati, in particolare quelli azionari

Consultare il proprio consulente di fiducia resta alla base di tutto quello sopradescritto. A presto con il prossimo articolo

 

Fonte tabella: contemplata.it/ BCE

 

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