I FONDI COMUNI DI INVESTIMENTO

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LE AZIONI: COSA SONO E COME ACQUISTARLE?

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Cosa sono?

 

I fondi comuni di investimento sono strumenti di investimento che appartengono alla famiglia degli OICR, Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio e sono paragonabili a dei contenitori che all’interno sono formati da capitali versati da diversi risparmiatori/investitori ( che detengono un numero di quote proporzionale al Capitale versato). Per svolgere la propria funzione di veicolo del risparmio, i fondi comuni sono caratterizzati da tre soggetti: la banca depositaria, i sottoscrittori ( investitori che sottoscrivono quote che sono valorizzate da un NAV partecipando ad un fondo versando i loro capitali) e la Società di gestione del Risparmio (SGR). Il NAV è il valore del patrimonio di un fondo di investimento o di una SICAV, è il valore dell’attivo netto. Possiamo anche descriverlo come il rapporto tra il numero delle quote sottoscritte e la valorizzazione a mercato delle attività del portafoglio del fondo comune di investimento.

 

Fondi aperti e fondi chiusi

 

Un fondo è un investimento condiviso, una sorta di salvadanaio comune, guidato da professionisti  che assembla le risorse di diversi investitori. Si caratterizzano in:

  • Fondi aperti: sono fondi rimborsabili e sottoscrivibili giornalmente in base al valore di mercato e quindi al NAV. Non hanno restrizioni sul numero di azioni che possono distribuire, qualunque sia la domanda il fondo solitamente sarà in grado di sostenerla. Nell’Unione Europea vengono regolamentati i fondi comuni aperti armonizzati, preferiti come forma di tutela verso i risparmiatori e tra i più diffusi in Italia, che devono rispettare regole precise sulla concentrazione del rischio del singolo emittente.
  • Fondi chiusi: Differentemente dai fondi aperti il diritto di rimborso è legato a date predeterminate e il numero di quote di partecipazione è fisso. Essendo fondi con quote di entrata mediamente più elevate e a lungo termine, si adattano meglio ad esigenze legate ad operazioni di venture capital, fondi immobiliari, per start up o private equity.

 

Le varie tipologie

 

I più noti tipi di fondi, sono i seguenti:

  • Fondi obbligazionari: investono in titoli di Stato e principalmente in obbligazioni, ma occorre verificare nel mandato del fondo il livello di rischio che può assumersi.
  • Fondi azionari: Investono in azioni e possono essere rappresentativi e quindi investire nei mercati azionari di una determinata area geografica o in un solo mercato azionario principale.
  • Fondi bilanciati: sono diversi e possono accedere sia ai mercati azionari che obbligazionari. Il livello di rischio dei diversi fondi non può essere superato dal gestore ed è dato dal peso della componente azionaria che ha un limite (viene espressa nel regolamento del fondo).
  • Fondi con cedola: la distinzione principale è quella che nella loro vita pagano delle cedole periodiche, ricordando le obbligazioni, ma la differenza è che le cedole vengono decurtate dal valore complessivo allo stacco cedola diminuendo così le quote in sottoscrizione.
  • Fondi flessibili: il gestore può spaziare dall’obbligazionario all’azionario perché non hanno vincoli sull’asset allocation. Costano di più, per esempio, rispetto ai fondi bilanciati ma lasciano maggiore libertà di azione del gestore.
  • Fondi monetari: hanno lo scopo di limitare al massimo l’esposizione al rischio dell’investitore e quindi investono tutto il loro patrimonio in obbligazione a tasso variabile o a breve termine. Sono per lo più investiti in obbligazioni o Titoli di Stato con elevata affidabilità/rating.

 

Le commissioni

 

L’ aspetto commissionale è sicuramente quello più rilevante al quale occorre porre una grande attenzione. Le commissioni servono a remunerare il lavoro della società di gestione ed il servizio di consulenza rappresentando una percentuale del capitale investito. La natura del fondo in cui si investe determina l’ entità delle commissioni perché l’ impegno da parte dei gestori risulta diverso in funzione del fondo scelto. Per ricostruire il totale costo commissionale si devono distinguere:

  • Commissioni di ingresso: vengono trattenute per ogni nuova sottoscrizione e direttamente trattenute in trasparenza dal capitale versato. Nello scenario attuale a tassi zeri, non vengono più applicate dai distributori.
  • Commissioni di collocamento: hanno una durata prestabilita e sono legate a fondi comuni con una finestra temporale di collocamento. Al termine di questo periodo sono prelevate dal patrimonio dei sottoscrittori in un’unica soluzione e poi verranno ammortizzate durante il periodo di durata del fondo. Spesso viene legato a questi fondi un tunnel di uscita con una commissione di rimborso che si riduce man mano che si avvicina alla scadenza prestabilita.
  • Commissioni di performance: quando la gestione del fondo è significativa e si pone al di sopra dell’obbiettivo, vanno a premiare il gestore.
  • Commissioni di gestione mensile o annua: vengono prelevate sul valore complessivo delle quote remunerando l’attività del gestore.
  • Altre commissioni: esistono la commissione per pratiche di successione, fissa di sottoscrizione, commissione in caso di richiesta certificazione delle quote possedute.

Questi investimenti sono consigliati in quanto sono molto più diversificati rispetto all'acquisto di un singolo titolo azionario o obbligazionario e di conseguenza sono meno rischiosi. Inoltre il capitale investito in questi srtumenti non è oggetto di bail-in in caso di fallimento della banca dove sono presenti. Questa infarinatura è per iniziare a distinguere quelli che sono gli strumenti finanziari a disposizione per gestire al meglio il nostro portafoglio e la nostra pianificazione finanziaria. Per qualsiasi approfondimento resto a completa disposizione. A presto con un nuovo articolo informativo.

 

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