ESAME DI COSCIENZA, ANCHE IN FINANZA

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Ambito finanziario ed esame di coscienza

 

Siamo soliti a fare esami di coscienza nella vita di tutti giorni per piccole o grandi cose, ma forse non ci è mai venuto in mente di doverlo (o poterlo) fare anche sull’ambito finanziario. Il giorno dell’interrogazione a sorpresa è sempre stato il più temuto per tutti: “oggi interrogo a sorpresa” diceva il professore di matematica o storia o ancora latino ed in classe calava il classico silenzio, il classico di chi stava pregando per non essere lui lo sfortunato che avrebbe dovuto sacrificarsi al volere del professore. Chi aveva avuto fortuna il giorno prima aveva ripassato almeno i concetti fondamentali, ma per lo studente che non apriva il libro da mesi si prospettavano due possibilità: giustificarsi (se gli fosse stato concesso) o prendere un brutto voto e recuperarlo la volta successiva (facendo il doppio della fatica) rispondendo alle domande del professore. Ma cosa c’entra la scuola con l’ambito finanziario?

 

Le domande: il cuore della consulenza

 

Ho voluto di proposito associare i ricordi liceali all’ambito finanziario e vi spiego perché: quando incontri il consulente finanziario che si vuole candidare a gestire i tuoi soldi o già li gestisce, devi, con uno sforzo enorme fornire lui informazioni sulla tua vita privata in maniera spontanea sia come risparmiatore ma soprattutto come persona, per evitare il più possibile domande alle quali non vorresti rispondere. Se vedi il consulente come qualcuno che vuole intromettersi nella tua vita privata, quindi un nemico che parla dei tuoi soldi e di come li vorresti investire, è normale che ti metti sulla difensiva. Il consulente viene associato ad un professore che ti interroga su argomenti scomodi. Sei in buona compagnia, non fartene una colpa, da una indagine recente il 14% delle famiglie intervistate per la prima volta da un consulente finanziario, dichiara di non sentirsi in dovere di fornire informazioni veritiere e complete. Riflettiamo: è come se ci recassimo dal medico per un problema cardiaco ma volontariamente o meno ci dimenticassimo di informarlo di essere ipertesi o soffrire di diabete. E’ assurdo. Ma comprensibile.

 

La tua radiografia, il mio punto di partenza

 

Se si mira ad un dialogo costruttivo aprendosi liberamente e in maniera spontanea, verrà ricevuta una consulenza di qualità che permetterà di avere idee più chiare in merito all’impiego del tuo denaro. Qualsiasi persona qualificata è tenuta ad avere informazioni sulla tua situazione finanziaria, assicurativa, previdenziale per capire effettivamente “come stai”. Non arriverà mai a chiederti se sei arrivato a tradire tuo marito o tua moglie, ma capire con serenità se l’uso dei tuoi soldi è coerente con i tuoi obiettivi. Reciproca fiducia e conoscenza, sono i pilastri della vera consulenza: non dare in maniera volontaria le informazioni necessarie ( la famosa interrogazione al liceo) significa far sì che il consulente possa proporti prodotti non corretti per i tuoi obbiettivi o esigenze. Nessuna legge sarà mai scritta per tutelare le vostre risposte non sincere. Siete liberi di rispondere come meglio credete sia per il vostro futuro.

 

La carta d' identità

 

Fatti l’esame di coscienza prima di andare in banca o in posta ad incontrare il tuo consulente di fiducia. SEI IL SOLO A SAPERE COSA VUOI REALIZZARE NELLA TUA VITA ATTRAVERSO LE TUE DISPONIBILITA' ECONOMICHE DEL PRESENTE E DEL FUTURO. Se stai leggendo ancora a questo punto l’articolo allora prendi carta e penna e rispondi a queste domande:

 

  • Quali sono i miei sogni? E gli obiettivi che voglio raggiungere?
  • Ho quantificato gli importi necessari per i miei bisogni futuri?
  • Ho dato una priorità temporale alle mie esigenze?
  • Qual è la mia propensione al rischio?
  • Le esperienze passate cosa mi hanno inseganto?

 

Le risposte memorizzale perché saranno la tua carta di identità quando incontrerai persone che ti vorranno offrire pacchetti preconfezionati. Non esistono prodotti universali, tu sei unico sia come persona che come risparmiatore. Eppure in alcuni istituti bancari, nelle poste, o da intermediari assicurativi non sei nemmeno seduto che già parte il disco (uguale per tutti) che promuove soluzioni per qualsiasi tipo di risparmiatore: a loro non importa che tu abbia 20 anni e stai aprendo il conto per accreditare il primo stipendio o un nonno che vuole tutelare il suo patrimonio, a loro interessa fare numeri punto. Non sono le tue esigenze che interessano a loro. La prova sai qual è?

Il tuo operatore di banca, posta o intermediario assicurativo, ti chiede la tua carta di identità? E soprattutto si ricorda di rinnovarla insieme a te?

 

 

A presto con il prossimo articolo

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