TESTAMENTO E PASSAGGIO GENERAZIONALE

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Testamento, questo sconosciuto

 

Oggi parlo di un argomento poco congeniale agli italiani, quello del testamento. Contenziosi, tasse e burocrazia sembrano davvero ricondurre ad un argomento molto complesso, ma è veramente così complicato fare testamento? Oppure è più semplice di quello che può sembrare? Come si fa un testamento? I passaggi sono semplici: si prende un foglio, si mettono nero su bianco le volontà, si inserisce la data, si indicano i singoli bene e gli eredi a cui assegnarli e si firma in modo autografo. Per essere valido il testamento olografo deve essere scritto di pugno, firmato e datato, estremamente semplice no?

 

L’ Italiano pianifica il suo testamento?

 

Le famiglie italiane sono poco avvezze alla pianificazione testamentaria, prendendo spunto da una recente indagine del consiglio Nazionale del Notariato sostiene che solo l’8% delle famiglie italiane pianifica con un testamento. Pensate al raffronto con altri paesi comunitari: in Germania si pianifica nel 28% dei casi, in Olanda nel 32% dei casi fino ad arrivare all’esempio più nobile che è quello degli inglesi che pianificano oltre la metà della popolazione. Allora come mai in Italia si fa così poco testamento? L’ Italiano pianifica poco perché siamo un popolo latino e amiamo operare le nostre scelte o con il cuore o con la mente: se scegliamo emotivamente ci facciamo sovrastare dalla rimozione scaramantica (siamo un paese scaramantico), invece quando ci convinciamo che stiamo facendo una scelta ragionevole e razionale cadiamo in una trappola, non pianifichiamo perché pensiamo che tanto le norme del codice civile siano in automatico tutelanti per i nostri cari.

 

Perché gli italiani dovrebbero pianificare?

 

E’ utile pianificare per:

 

  • Evitare la frammentazione ereditaria che spesso alimenta contenziosi ereditari: è vero che il signore sposato con due figli in assenza di testamento vedrà comunque riconoscere i propri beni alla moglie e figli ma quello che va sottolineato è che loro erediteranno in proprietà indivisa, cioè dovranno trovare un accordo di spartizione, e questo spesso è un obiettivo difficile.

 

  • Per scongiurare inutili duplicazioni d’ imposta: in assenza di testamento il coniuge e i due figli ereditano in qualità di coeredi e quando ereditano immobili e società pagheranno un imposta, poi quando troveranno un accordo magari dopo anni di contenzioso ereditario, assegneranno singoli beni a singoli eredi dovranno pagare un'altra imposta perché cambierà al catasto o al registro delle imprese l’ intestatario del bene.

 

  •  Evitare cattive sorprese con eredi scomodi: la famiglia italiana non è rappresentata solo dall’esempio classico marito moglie e figli, esistono ad esempio coniugi senza figli, separati o conviventi e in questo caso in assenza di testamento ereditano il coniuge del sopravvissuto e i fratelli degli eredi.

Modalità e imposte di successione

 

Esistono tre modalità per trasferire la nostra ricchezza ai nostri cari: la donazione, il testamento ( olografo , pubblico e segreto) e la terza modalità che è più adatta alla ricchezza finanziaria è il contratto di assicurazione sulla vita. Ciò che si assegna mediante testamento paga imposte di successione, anche la donazione è sottoposta ad imposta e quindi vediamo che sono solo due in Italia gli asset che possono passare in esenzione fiscale: la liquidità dei contratti delle assicurazioni sulla vita e le aziende, quando queste vengono assegnate anche per testamento ad un discendente che si impegna a tenerla per anni cinque.

 

Vi invito a riflettere su questo tema e dedicare la giusta attenzione, senza farsi condizionare dall’animo latino scaramantico che ci contraddistingue, proviamo a valorizzare il nostro patrimonio e trasferirlo in modo e maniera che riteniamo più corretta e opportuna quando ancora possiamo decidere di farlo. A presto con il prossimo articolo.

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